Il momento della Cremonese è delicato. Il momento, non la classifica. Quella, diceva il buon Tesser, non si guarda fino a febbraio-marzo. Noi siamo d'accordo (e anche se la guardassimo 10 punti in 7 partite non sono tanti ma neppure un disastro). Il momento invece è molto delicato. La Cremonese ha perso in casa col Cittadella, male e senza tirare in porta. Il pubblico ha contestato apertamente mister Rastelli. Una situazione chiara, un momento importante che determinerà il futuro grigiorosso in un modo o nell'altro. Allora vediamo di fare il punto tecnico. A modo nostro, ovviamente. Ricapitoliamo la situazione della Cremonese per punti:
1) LA SQUADRA Su questo punto esiste una narrazione precisa. Sin dall'estate leggiamo, sentiamo, percepiamo la convinzione di tanti che la Cremonese sia una squadra destinata a dominare il campionato, a salire di categoria magari senza neanche faticare. Perché? Perché ha speso molto e comprato tanti giocatori di nome. Vero, tutto vero...Però noi sono tanti tanti anni che seguiamo la squadra. Abbiamo anche la memoria lunga. Da quando è arrivato patron Arvedi la Cremonese ha sempre speso molto. Ogni anno ha comprato giocatori di nome, i più ambiti sulla piazza. Ogni anno è partita per ammazzare il campionato (facciamo un paio di eccezioni: la Cremo di Montorfano, forse quella di Pea, la Cremo di Tesser al primo anno in B costruite non per vincere subito ma per costruire nel tempo ma tutti gli altri anni senza dubbio le ambizioni di partenza e gli investimenti erano altissimi). Quante volte abbiamo vinto? Una, al 90' dell'ultima di campionato attraverso una sofferenza indicibile...
Serve per dire che siamo scarsi, questo discorso? Assolutamente no! La Cremo ha investito e la squadra è buona ma vincere è difficile, molto difficile. Troppo spesso lo si dimentica. Questa squadra poi indubbiamente ha qualità ma ha anche punti deboli
- Età media molto vecchia (la più vecchia di tutta la B) che ti espone a più infortuni (e pesano eccome se pesano)
- E' lenta: un po' sarà per la preparazione ma un po' per età e caratteristiche, lo siamo e lo saremo e soffriremo sempre contro squadre veloci (ovviamente intendiamo nel complesso, qualche singolo veloce c'è chiaramente)
- Alcuni giocatori non ci convincono: in attacco nelle prime 7 giornate nessuno ha segnato più di un gol e puntare su giocatori attempati non è sbagliato ma è sempre una scommessa
Però la qualità c'è: allora alla luce di tutto ciò noi pensiamo che un campionato buono, un campionato di vertice, un campionato da playoff si possa fare. Di più no, anche perché ci sono pure gli altri: Empoli, Benevento, Crotone, Frosinone, Perugia, Cittadella...tutte squadre attrezzate ed esperte in grado di crearci problemi
Ricapitolando: possiamo puntare in alto ma non è facile e neppure scontato!
2) IL MISTER Rastelli a me personalmente non piace (chi scrive parla a titolo personale). Non mi piace a pelle, ha un modo di fare che trovo vagamente presuntuoso (mister, se legge non si arrabbi: non è una accusa o una mancanza di rispetto ma una sensazione, siamo umani e non si può cancellare questo). Le scelte che fa spesso non mi convincono (perché mettere Kingsley e non Palombi con un gol da recuperare col Cittadella solo per citarne una?), indubbiamente non è riuscito a farsi amare e la contestazione alla prima sconfitta dopo una settimana da 7 punti in 3 partite lo dimostra. Ha vinto però tre campionati in carriera (vedi sopra: vincere non è mai facile!) e lo scorso anno pur fra errori e un avvio difficile ha piazzato un bel girone di ritorno collezionando molti punti (ok non ha conquistato i playoff ma indubbiamente in mezzo ad errori qualcosa di buono ha fatto, per esempio trovare la posizione giusta per Castrovilli che ora la sfrutta anche nella Fiorentina).
Cosa significa questo? Che Rastelli non ci esalta ma neppure ci dispiace. E' un allenatore di categoria, peggiore di altri ma migliore di altri. Se dovessimo esonerarlo potremmo trovare di meglio o di peggio. Il punto però non è questo. Non è Rastelli, che si può anche esonerare. Anzi, avendo ormai l'ambiente contro, perché questo è un fatto, forse sarebbe il caso perché lavorare con l'ambiente che non ti vuole è davvero difficile. Noi però pensiamo che una squadra per crescere debba avere continuità tecnico-tattica. Cosa vuol dire?
Dal 1981 al 1997 la Cremonese vive la sua età dell'oro: l'allenatore cambia solo nel 1981-1982 con Mondonico che subentra a Vincenzi e nel 1990-1991 con Giagnoni che subentra a Burgnich. Due cambi in 16 anni. Eppure la squadra è retrocessa quattro volte: Burgnich è stato confermato dopo una retrocessione!
Voi direte: era un altro calcio. Sta bene. Guardiamo le società piccole come è il bacino d'utenza della nostra Cremonese ma di successo. Negli ultimi 20 anni in cui hanno giocato spesso e volentieri in A quanti allenatori hanno esonerato società come Empoli, Chievo e Udinese? Quanti il Cittadella che si difende sempre bene?
La Cremonese invece da quando è arrivato Arvedi ha cambiato allenatore:
NEL 2008-2009
NEL 2009-2010 (Mazzia affianca Venturato)
NEL 2010-2011
NEL 2012-2013
NEL 2013-2014
NEL 2014-2015
NEL 2015-2016
NEL 2017-2018
NEL 2018-2019
Praticamente quasi tutti gli anni. L'unico campionato lo ha vinto nel 2016-2017 quando ha tenuto Tesser, perfino quando dopo il 3-0 a Piacenza e il -9 dall'Alessandria in tanti ne chiedevano l'esonero....
Insomma, cambiare spesso non porta benefici, lo dice la storia. Tutto ciò per dire che noi non siamo legati a Rastelli: anzi, ha sicuramente commesso errori. Possiamo anche capire che lo si cambi. Deve però iniziare una mentalità nuova: tutti gli anni viene sempre contestato il tecnico alle prime sconfitte, era successo anche a Mandorlini, Tesser....Rastelli non va bene? Cambiamolo ma cambiamo anche mentalità: un allenatore ha bisogno di tempo e va lasciato lavorare (Venturato ha iniziato il campionato con due sconfitte e 7 gol presi)....
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