Della cacca sul ventilatore…

Vanoli
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Il ventilatore è una gran bella invenzione, soppiantato da mo’ da quella specie di fabbrica di microbi che risponde al nome di condizionatore, ma pur sempre un elettrodomestico che ci ha da sempre allietato la vita e dintorni.

E tra l’altro non solo ve ne sono di ogni gusto, disegno, forma e Dio sa solo cos’altro, ma soprattutto può essere utilizzato in svariati modi: per rinfrescare l’ambiente, per scacciare insetti oltremodo molesti, per areare una piantina a cui si è particolarmente affezionati, per rinfrescare il nostro micio di casa che con quel pelo nei mesi estivi vorrebbe cavarsi la pelle, per rinfrescare noialtri che nei mesi estivi pure, messi al massimo della velocità per non sentire la voce gracchiante del vicino di casa che ci fa venire l’orticaria… potrei continuare…

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Ora mi direte: “Hai per caso bevuto Ciranone? Cosa c’entra sta roba con la partita di ieri?” C’entra eccome perché si darebbe il caso che il ventilatore può essere citato pure in un modo che però non vi dico ora perché ogni racconto degno di questo nome abbisogna della sua brava dose di suspense; accontentatevi per  il momento di sapere che non riguarda direttamente la partita di ieri ma quella “parlata” giocata subito dopo quella di ieri e continuata pure oggi.

Virerei quindi proprio sulla partita-partita; potrei cavarmela alla svelta rimandandovi all’espressione usata dalla nostra Laura Lodigiani; “beffa atroce”, ma siccome devo per forza di cose nobilitare il mio nickname ridondo.

Già; beffa atroce… sul +11 dopo la bomba di Trevor “the uncle” Lacey che ridava il vantaggio in doppia cifra alla Vanoli sono arrivati quei 240 secondi di “quasi” black out che hanno permesso a Reggio di tornare in carrozza: dico “quasi” perché prima di scrivere fanfaluche sarei andato a rivederli quei stramaledetti 240 secondi e mi soffermerei su due episodi: la seconda bomba di Trevor “the uncle” Lacey che ha flirtrato col ferro non riuscendo a conquistarlo e quell’appoggio fallito da di Tariq “crazy horse” Owens che grida tutt’ora vendetta agli dei del basket.

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Si arriva poi ai due episodi che hanno pirlato definitivamente la frittata, e cioè lo zero su tre dalla linea della carità di Phil “ tanananana” Booth (questo poi ve la spiego…), che poteva dare il +6, alla successiva bomba di Jaylen Barford (tu quoque “macchia” fili mi…) che ha impattato la gara.

Da lì è iniziata la classica gara punto a punto di questo straordinario sport, che ti regala emozioni a iosa e che può essere decisa da un refolo di vento che va in una direzione o nell’altra. E vi stupirò con effetti speciali ma lì il Ciranone vostro ha visto una grande Vanoli che ha lottato coi denti e con le unghie andando ad un passo dalla vittoria con la bomba di Trevor “the uncle” Lacey sulla sirena del tempo regolamentare mezza sputata dal ferro.

Ovviamente me ne sono ito dal palazzo sull’incazzatello spinto per la clamorosa occasione gettata alle ortiche pensando però che si è arrivati punto a punto con ben due americani che praticamente non hanno fatto gli “americani” (inutili dirvi i nomi che avete già capito…), con una difesa che nei primi tre quarti sarebbe da usare come clinic nei corsi di basket che illustrano l’importante fondamentale, con negli occhi la prova dei “remigini” italiani che, chi più chi meno, hanno comunque tenuto in piedi la baracca per lungo tempo e con la voglia di non mollare mai messa in mostra dalla Vanoli fino all’ultimissimo respiro.

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Mi sembravano faccende che se non consolavano più di tanto erano la dimostrazione che comunque questa squadra c’è e che nelle prossime 28 (diconsi ventotto e non due) gare potrà giocarsi l’obiettivo stagionale fino in fondo. Questo pensavo e mi accingevo, come al solito, a gustarmi i sagaci commenti del popolo vanoliano.

Ma, vacca d’un cane (cit.), mi sono ritrovato un fuoco ad alzo zero come raramente successo nei due anni precedenti contro coach Demis Cavina. Alcuni commenti tra l’altro (pochissimi per fortuna) al limite della maleducazione se non peggio. La maggior parte con la solita prosopopea da coach da tastiera che, purtroppo, o per fortuna perché pure questo in fondo, parecchio in fondo, è il bello di questo straordinario sport, come al solito ci fanno pensare ad uno sterminato popolo di, tanto per citarne uno “qualsiasi”, Gregg Popovich.

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Ovviamente non sto a contestare il diritto di ognuno ad esprimere la propria opinione, farei però sommessamente notare che qui si parla di un coach che ci ha fatto vincere un campionato di A2 sbriciolando qualsiasi record e che ci ha regalato una salvezza anticipata che, se un paio di gare fossero andate per il verso giusto, sarebbe pure stata condita da un viaggetto ai play-off.

Evidentemente questo per qualche pezzo di popolo vanoliano non basta; pezzo che ritiene coach Demis Cavina inadatto a portare la Vanoli nel porto che tutti quanti vogliamo, e lo ritengono tale dopo due, diconsi due, gare… se non fosse un filino triste ci sarebbe da scompisciarsi.

Beh; a questo punto tornerei all’utilizzo dell’importante elettrodomestico protagonista della presente lagna ricordando un famoso modo di dire della mia gioventù che descrive perfettamente la circostanza: “la cacca sul ventilatore”...

Il che è bello e istruttivo (cit.)

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