Intervista: "Perchè il triathlon non è per Signorini", un'intervista, senza prendersi troppo sul serio, a Veronica

Triathlon
coverimage articleimage

Concessionaria De Lorenzi Concessionaria De Lorenzi


Lo sport è ancora fermo, niente gare, niente eventi, ma la voglia di scriverne e raccontarne non manca, ed allora facciamolo con un pò di simpatia e di leggerezza: "Veronica ti va di scambiare due chiacchiere da mettere su Sportgrigiorosso?..." "Va benissimo!!! Mi mandi tu le domande o ti scrivo qualcosa io? "
Veronica Signorini triatleta per passione, legata da sempre ai colori dello Stradivari Triathlon Team, coinvolgerla è un attimo e come in gara, dategli il via ed un arrivo lo trova -e velocemente-
Tant'è che senza che io le avessi passato una sola domanda, dopo qualche giorno mi ha recapitato l'intervista completa, mancava solo la mia firma! Cominciamo bene, falsa partenza, riproviamo insieme.

Temo non sarà facile tenerle testa, ma non prendiamoci troppo sul serio e ripartiamo.

D: La prima domanda mi è venuta in mente dopo aver rivisto delle fotografie che ti avevo scattato in gare dove avevi i capelli prima "rosa shoking", poi "biondo platino", per finire alla cresta "blu cobalto": Veronica Signorini ha deciso cosa farà da grande?

V: Per la serie gli esami non finiscono mai, sto continuando a studiare per diventare nutrizionista, perché purtroppo il titolo di studio non mi permette di fare l’esame di stato per diventare nutrizionista “maledetta burocrazia”. -le scappa un ghigno sarcastico-
Nel frattempo lavoro per Strategic Nutrition Center, un centro di nutrizione a Bologna e mi diletto a scrivere sul mio blog “My Nutrition Tips - perché il triathlon non è per Signorini”. -in fondo non prendersi troppo sul serio aiuta-

004_tri_vero_intervista.jpg


D: “Ho la domanda pronta che scommetto la maggior parte dei tuoi amici vorrebbe farti: quanti panetti di lievito hai comprato in quarantena?” -ci fidiamo sulla parola...-
V: “Diciamo che la cucina non è esattamente il mio forte. Io amo mangiare, ma non amo particolarmente farne. Nel periodo in cui mio padre è stato ammalato e ho dovuto prendermi cura io di loro, la nostra cucina non è mai stata così salutare e parca: cereali, legumi e frittate come se piovessero! Insomma, cose facili e veloci perché preferisco fare 3 ore di attività sportiva che passare altrettanto tempo in cucina. -sento i tuoi fornelli tirare un sospiro di sollievo-
Per quanto riguarda la questione lievito, noi non siamo stati particolarmente “coinvolti” poiché fortunatamente mia madre accudisce da un po’ di tempo un lievito madre, quindi il pane lo fa direttamente lei. I risultati a volte sono un pochino altalenanti, ma comunque sempre buonissimo! -se legge l'intervista mi sa che non ne mangerai più-
Come dice il mio amico Michele Toninelli, il lievito madre è l’animale domestico migliore che si possa avere: mangia poco, ha bisogno di poche attenzioni e quando serve c’è sempre. -Osho in confronto di Michele è un principiante-

003_tri_vero_intervista.jpg

D: “Mi servi la domanda successiva su un piatto d'argento: vorresti convincerci che sei l'eccezione alla regola dell'hastag #andratuttostretto ?”

V:“Ebbene si, sono nella schiera di quei fortunati che in quarantena sono anche dimagriti! -tra i lettori cala un silenzio imbarazzante- Più che altro perché essendo costretta a rimanere in casa ho ricominciato ad allenarmi di nuovo con continuità e a mantenere un’alimentazione corretta. Niente più aperitivi, niente più colazioni al bar, niente più pranzi o cene fuori… -che dire: non ti facevi mancare mai niente...- poi come dicevo prima, non essendo amante della cucina non ho avuto molte possibilità di sgarro!
Alla fin fine si tratta di una mera questione di pigrizia!” -a chi lo dici-

008_tri_vero_intervista.jpg

D: “Diamo per buona la risposta all'ultima domanda, ma con riserva: ti aspettiamo alla prova costume! In questo periodo di ozio forzato non si può dire che ci sia mancato il tempo di apprezzare e riscoprire piaceri persi per strada. Confermi?
V: “Tante cose, anche se non tutte positive.
Per quanto riguarda me stessa, ho riscoperto l’amore per l’attività fisica in quanto tale. Sai io sono sempre stata abituata ad allenarmi per raggiungere un obiettivo ben preciso ed inoltre avendo sempre fatto “l’atleta seria” -confermo con i risultati alla mano di Veronica- non ho mai capito fino in fondo l’aspetto ludico della cosa. Ora invece ho scoperto che muovermi per me è una vera e propria necessità. Mi aiuta a svagarmi, a togliermi di dosso la fatica della giornata e a riossigenare il cervello. Se ho bisogno di pensare o se sto rimuginando da ore su qualcosa, su qualche problema del quale faccio fatica a vedere la soluzione, mi basta fare dell’attività fisica. D’altronde il movimento non è altro che una sequenza ordinata di gesti.
Per esempio: correre non significa mettere un passo davanti all’altro più velocemente del solito? -dipende, per me sarebbe meno lentamente del solito- Ecco, questo mi aiuta a mettere in sequenza ordinata tutte le idee che mi frullano per la testa, prima così confuse e poco chiare. -mi son perso...-
Ho scoperto anche che con la mia famiglia non sto poi così male, anzi, anche se a 30 anni suonati vorrei godere di uno spazio tutto mio. Ma sono certa che anche questo arriverà! -mai chiedere l'età ad una donna, ma anche se è lei a dirtela la colpa ricade sul primo uomo che passa-
Ho ritrovato inoltre il tempo per la scrittura, -questo l'avevo intuito quando mi hai recapitato l'intervista bella che pronta- una passione che avevo accantonato con una banale scusa come la mancanza di tempo. Ho ripreso in mano il mio blog "My Nutrition Tips - Perché il triathlon non è per Signorini", che aggiorno settimanalmente. All’interno parlo della mia vita sportiva e non, di alimentazione, integrazione e do qualche consiglio pratico su come sopravvivere ad uno sport tanto faticoso quanto emozionante come il triathlon. -io mi stanco già solo a fotografarlo il triathlon!-

Per quanto riguarda il mondo esterno, ho scoperto un’umanità ben diversa da quella che mi sarei aspettata. Sai, forse sono stata sempre troppo ingenua nel credere nella bontà di fondo dell’uomo.
Invece mi sono accorta di quanto siamo tutti attenti al nostro misero orticello e non riusciamo ad avere una visione d’insieme.
Ti faccio due esempi che mi hanno lasciato davvero senza parole e molto molto delusa.
Il primo è stato nel picco della pandemia. Ciò che mi ha lasciato davvero di sasso è stata la caccia all’untore, runner, cane o bambino che fosse. Gente che denunciava i vicini di casa perché usciti a fare una passeggiata, persone rincorse da auto della polizia in mezzo ai campi. Mi sembrava di vivere in un film. -confermo ed aggiungo che in questo non ho riconosciuto la nostra città-
Un altro esempio è la mia uscita in bici di domenica mattina. Ok, che il ciclista è per definizione un animale sociale e anche un po’ fastidioso, ma muoversi in branco in un periodo così delicato non mi è sembrata esattamente un’idea brillante! Ho visto un sacco di gruppi, composti oltretutto da atleti non esattamente giovanissimi. Poi siamo i primi a lamentarci dei pregiudizi e delle campagne anti-ciclisti. Un pochino ce la cerchiamo anche! -beh se avevo un dubbio me l'hai tolto Veronica-
Diciamo che oltre ad aver messo in standby la nostra vita, anche il buon senso sembra abbia subito un forte arresto.

002_tri_vero_intervista.jpg

D:”Sincera e diretta come sempre. Ok riepiloghiamo: non hai passato le giornate davanti ai fornelli, niente interminabili sessioni di allenamento in videoconferenza, non ti sei scatenata in infinite discussioni sui social e non hai affondato i tuoi dispiaceri tra i comodi cuscini del tuo divano davanti alla tv, come hai passato il resto del tempo a disposizione?”

V: “Ho scoperto che stare un po’ più fermi e non essere sempre sballottati in giro non è così male. Pensa che ho capito che non sono nemmeno così antipatica!!! -non guardare me, io non l'ho mai pensato...-
Scherzi a parte, ho capito davvero che avevo la necessità di prendermi i miei tempi ed i miei spazi. Il mio lavoro riesco a farlo comunque, anche vivendo un pochino più “slow”, come si usa dire oggi.”

006_tri_vero_intervista.jpg

D: “Va bene, ma la Veronica in formato "slow" alla prima uscita in pantaloncini e canotta come se l'è cavata fisicamente e, giusto per darti la possibilità di una onorevole via d’uscita, mentalmente?"

V: “Quel senso di libertà che mi mancava. Il primo allenamento che ho fatto Outdoor è stata la corsa. Dopo 2 mesi di sport casalingo, uscire nuovamente a correre mi è sembrato un sogno! -a chi lo dici!- Sono uscita subito lunedì mattina e… ovviamente ci ho lasciato le penne! Mi sono lasciata prendere dalla foga e ho corso troppo e troppo forte, per quanto fossi -non- allenata in quel momento. Tutta colpa dell’entusiasmo! Ora ho programmato 2/3 uscite a settimana di corsa e 2 di bici nel fine settimana. Devo ricostruire completamente la mia base aerobica." -dopo questa quarantena credo tu sia in ottima e numerosa compagnia-

005_tri_vero_intervista.jpg

D:Ti capisco, scherzi del troppo entusiasmo e dell'età. Per quali strategie hai optato per ovviare ...al troppo entusiasmo?”

V: “Ho cercato di andare a lavorare sui miei punti deboli, cioè stretching, allungamento e forza, in modo tale da fare prevenzione per quando sarei tornata ad allenarmi all’aperto.
Mi sento fortunata perché sono riuscita ad allenarmi in compagnia di alcuni amici online, con i quali avevo un appuntamento quasi quotidiano, in modo tale da condividere qualche momento anche se lontani.
Tra l’altro ho capito che il mio rapporto con i rulli, finita la mia carriera agonistica è definitivamente naufragato! Avrò pedalato si è no 5 volte. Ci ho passato troppe ore gli anni passati durante l’inverno!” -i rulli sono quel marchingegno infernale su cui metti la bici e per tanto che pedali non ti muovi di 1 cm e sudi come se fossi nel deserto (n.d.r.)-

D: “Sono certo che i tuoi rulli se ne faranno una ragione! Ora che consigli daresti a tutti quegli sportivi che come te non vedevano l’ora di ritornare ad allenarsi fuori casa senza 'lasciarci le penne'?”

V: “Darei loro solo 3 parole: gradualità, progressione e tanta tanta pazienza. Chissà quando si tornerà a gareggiare, quindi non è il momento di “uccidersi”.
Ora è il momento di divertirsi e stare bene, dopo un periodo così buio credo che un barlume di felicità ce lo meritiamo, no?”

Certo che si, ci meritiamo un bel sole, una strada, un pò di amici ed a suo tempo un bel gonfiabile con scritto bene in grande "Partenza" e che sia quella definitiva e per tutti.

Grazie Veronica, e mi raccomando la prossima volta aspetta le domande prima di dare le risposte, altrimenti è concorrenza, simpatica, ma sleale!

Per la tua pubblicità

Concessionaria esclusiva
Tel: Giuseppe 333 6865864
Via San Bernardo 37D, Cremona