NY City Marathon, un sogno che si avvera per quattro amici cremonesi

Podismo
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La maratona di New York, il sogno di tutti  i maratoneti, un'impresa non da poco arrivare al traguardo, ma non da meno essere tra i fortunati partecipanti  visto l'alto numero di richieste che arrivano da ogni angolo del pianeta. L'evento si tiene ogni prima domenica di novembre e attrae sia gli atleti professionisti che quelli amatoriali provenienti da tutto il mondo. Per quanto riguarda questi ultimi, a causa della grande popolarità dell'evento, la partecipazione è limitata a solo una parte delle 100.000 richieste, Insieme alla maratona di Boston e quella di Chicago, è una delle più importanti corse degli Stati Uniti e fa parte delle World Marathon Majors.

La  corsa è organizzata dal New York Road Runners, la prima maratona di New York si è tenuta nel 1970, con 127 concorrenti che percorrevano più giri lungo il park Drive di Central Park. Non più di un centinaio di spettatori si fermarono ad assistere alla vittoria di Gary Muhrcke in 2h31'38''. Inoltre, solo 55 concorrenti arrivarono al termine della gara.

Nell'edizione del 6 novembre  2016,  quattro amici cremonesi hanno esaudito il loro sogno, ho cosi' chiesto di riviverlo e condividerlo attraverso il loro racconto e le loro immagini.

 

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"Questa avventura nasce a gennaio 2016, quando Luca e Pier decidono di assecondare la “pazza idea” di Franco e Stella di iscriversi alla Maratona di New York.
Sembrava un obiettivo così lontano, ma i 10 mesi successivi sono stati così densi di allenamenti e gare preparatorie, che in un attimo siamo arrivati al 6 Novembre.
Questa è la nostra terza Maratona, ma rispetto a Roma o Parigi, quella di New York è davvero un evento a sé; cominciando dal pre-gara: dato il numero di partecipanti e credo anche per motivi di sicurezza, la convocazione al ferry per raggiungere la nostra wave è prevista ben 4 ore prima della partenza effettiva! Ma chi se ne frega della levataccia, siamo a New York!

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Al villaggio, situato sotto il Ponte di Verrazzano, combattiamo la noia (o la tensione ?) con bevande calde, banane e schifosissimi bagels (possiamo classificarli carboidrati??).
L’emozione, comunque, si fa sentire ancor prima del nostro start: La partenza degli atleti disabili carichi di entusiasmo, le note dell’inno americano cantato live che si diffondono tra i runners provenienti da tutto il mondo ed anche l’iniziativa (lodevole) della raccolta indumenti, usati dai partecipanti per scaldarsi nell’attesa, da donare agli homeless della città.
E poi si parte! La gara è sintetizzabile in poche parole: continui saliscendi, falsi piani e soprattutto i 5 spettacolari ma impegnativi ponti sparsi lungo il percorso, a partire dal Verrazzano Bridge che collega Staten Island a Brooklyn.

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Il punto cruciale è sicuramente il 25° km circa, ovvero il Queensboro Bridge, che segna l’ingresso in Manhattan. Una bella “botta” ai nostri muscoli, già segnati dalla corsa fin lì fatta.
A parte i dettagli tecnici del percorso in sé, la nostra attenzione è stata conquistata dall’incredibile pubblico che ci ha accompagnato lungo tutti (e sottolineo TUTTI) i 42,195 km più o meno corsi. L’entusiasmo che si respira in questa manifestazione non ha eguali. Tutti noi abbiamo vissuto l’evento con una marcia in più; grazie ai tantissimi volontari sparsi per le strade e pronti ad assisterci con acqua, integratori, banane, sali e addirittura vaselina; grazie alla miriade di persone comuni organizzate in gruppi musicali o di ballo, oppure fornite di cartelloni di incitamento e con divertenti slogan; grazie ai poliziotti, notoriamente severi ma in questa occasione sorprendentemente nelle vesti di scatenati tifosi “da stadio”; grazie ai nostri sostenitori cremonesi Laura, Matteo e Roberta, con i quali abbiamo concordato il giorno prima i punti di incontro per evitare il caos, ma riconoscibili, comunque, con evidenti parrucche tricolori: spettacolari!

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La fatica della corsa (assicuro che l’abbiamo accusata tutti in modo più o meno evidente) è stata, finalmente, ripagata dalla FINISH LINE nel cuore di Central Park; anche questo uno spettacolo unico!
Siamo arrivati tutti e 4, affaticati e segnati dai crampi, ma con il cuore colmo di emozioni vissute in tutte le 4 o 5 ore di gara. Qualcuno ci aveva detto, prima di partire: a New York non devi andare per fare la prestazione o il tempo record; ci vai per goderti il percorso.
E noi l’abbiamo vissuta così. Con i brividi dal 1° km, e con le lacrime di soddisfazione all’ultimo km per aver tagliato il traguardo.

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The DAY AFTER: Le foto con la maglia “Finisher” sono state scattate il giorno dopo. Il cosiddetto “glory day”, in cui ogni maratoneta gira per le strade di New York con la tanto meritata medaglia. In ogni angolo della città sentiamo “congratulations” “you are great!”; i complimenti sono per noi medagliati e ce li godiamo tutti, oltre allo spettacolare cielo azzurro che accompagna il nostro mini-tour della Grande Mela. Le emozioni non finiscono mai! 

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Un grazie ai protagonisti Luca Pier Franco e Stella ed ai supporter Laura Matteo e Roberta. per questo racconto che ci ha portato con i loro ricordi a percorrere qualche emozione tra le strade di NY, invito tutti coloro che vorranno condividere con gli amici podisti un importante traguardo a contattarci.

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