Lo strano caso del grigiorosso Alessio Brambilla

Cremonese
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Alessio Brambilla sta vivendo una situazione davvero originale. Il centrocampista è arrivato a fine giugno dal Cesena e sembrava uno dei giovani destinati a giocarsi un posto in squadra. Invece, nel giro di poco tempo si è trovato completamente fuori dai progetti tecnici, al punto che si sta trattando (anche ora, sfruttando la finestra di mercato aperta per alcune società che hanno avuto conferma della categoria di appartenenza solo dopo le note vicende giudiziarie) una possibile cessione. Sfumate le piste Casertana e Perugia, ora sembra destinato a restare almeno fino a gennaio, col rischio di perdere mesi di calcio giocato (e con la Cremonese che ha un contratto in più da pagare). I motivi esatti della decisione non sono noti, la Cremonese non ama sbottonarsi e parla il meno possibile, lo sappiamo già (anzi, di solito parla l'allenatore, la dirigenza parla davvero pochissimo). La situazione di Brambilla comunque fa pensare solo a due ipotesi: o è successo qualcosa a livello disciplinare (ma tenderei ad escluderlo) o non è stato valutato adeguato al progetto sul piano tecnico-tattico: in questo caso però sorge spontanea la domanda "ma direttore sportivo e tecnico non concordano gli acquisti, non si parlano prima di firmare i contratti?". Ingaggiare un giocatore a fine giugno e scartarlo subito dopo, infatti, fa pensare a un giocatore che l'allenatore non gradiva (altrimenti perché dare l'ok e scartarlo subito dopo?). 

Ad ogni modo, Brambilla resta qua ed è un giocatore della Cremonese, salvo sorprese. Sta a lui, continuando a impegnarsi in allenamento, fare del proprio meglio per convincere Ballardini a cambiare idea. In fondo, il bello del calcio è che c'è sempre il campo e quello non mente mai, che faccia parlare il campo!

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