Alla pari
- di: Mattia Lucca
- Pubblicato: Sabato, 30 Marzo 2019 11:06
Ci abbiamo sperato, dopo l'1-0 di Mogos. Ci abbiamo sperato, sulla girata di Soddimo. Niente da fare, non esistono scorciatoie, in questa lenta, lunga marcia verso la salvezza. Tre punti avrebbero innescato uno sprint forse decisivo. Una sconfitta, d'altro canto, avrebbe portato effetti collaterali difficili da smaltire. Prendiamoci il punto, allora, giusto riconoscimento per una gara equilibrata, e proseguiamo per la nostra strada: imbattuti da tre gare, con cinque punti racimolati e, soprattutto, segnali di crescita dall'intera squadra.
Un passo avanti, uno mezzo indietro. Chissà se un attaccante di ruolo riuscirà a segnare, prima del termine della stagione. I minatori grigiorossi, però, scavando nelle difficoltà nell'andare in gol, sembrano aver individuato un giacimento insperato di reti. Il filone non è ricchissimo, d'accordo, ma si è passati da 0 gol in 5 partite a 3 gol nelle ultime 3. Buttateli via. Merito di Emmers, Del Fabro e Mogos, che di questo passo potrebbe chiudere l'annata da capocannoniere grigiorosso. Il gigante di Vaslui ha l'ordine di tagliare spesso nel cuore del campo, coperto alle spalle da Soddimo, per offrire un ulteriore riferimento ai lanci lunghi a saltare il centrocampo. Già all'andata con Mandorlini si era assunto compiti simili. Stavolta, però, non si limita a ripulire qualche possesso. Cross di Migliore, pasticciano i centrali scaligeri, Vasile si ritrova libero sul secondo palo. Piattone, troppo per Silvestri, finito nella rete insieme al pallone.
Un'occasione d'oro, una mazzata per un Hellas sempre sull'orlo della contestazione. La reazione ospite è nervosa e rabbiosa. Laribi si fuma un avversario con lo stop orientato e scarica sul primo palo, Agazzi gli sbarra la strada. Il preludio di dieci minuti in cui il Verona spinge, trovando una Cremo attestata troppo in basso, il baricentro pericolosamente vicino all'area di rigore, ormai terra di incursioni degli interni scaligeri: Di Carmine sponda per Zaccagni, controllo dubbio ma Terranova entra sull'uomo. Rigore, Di Carmine inganna Agazzi e lo brucia.
Prese di posizione. Dopo il pareggio, la fisionomia della gara torna ad essere piuttosto definita. Si alternano momenti in cui, a turno, una delle due squadre riesce a spostare in avanti il proprio baricentro a scapito dell'altra, controllando per qualche tempo la gara tramite pressing avanzato e recupero della palla prima di permettere all'avversario di alzarsi e consolidare il possesso. Il pressing grigiorosso, a tratti davvero aggressivo, è traducibile in segnale positivo dal punto di vista mentale: la squadra torna a prendere fiducia nei propri mezzi, si scuote di dosso un pò di paura. Tatticamente pregevole il lavoro sugli esterni, trovando spesso l'uomo libero tra terzino e mezz'ala veronese, per metterlo in condizione di spiccare cross ragionati.
E' mancata, ancora una volta, la cattiveria giusta per sfruttare l'episodio. Carretta stacca, pure bene, su un invito delizioso di Castagnetti, ma non trova la porta. Soddimo in girata, libero in piena area, fa lo stesso. Situazioni che rischiano di buttare via tutti gli sforzi fatti. Chissà se a Livorno cambierà qualcosa.