La prima edizione del Triathlon Sprint Città di Crema ‘Trofeo Piero Bernasconi’ si è concluso con grande soddisfazione di atleti ed organizzatori ed a mente fredda è arrivato il momento di fare un resoconto. Ho chiesto a Monica Bernasconi, ideatrice e responsabile dell’evento, di condividere le sue emozioni e le riflessionidel post gara.
L'organizzazione di una gara di triathlon è una sfida molto complessa volta a fare divertire i partecipanti e gli spettatori, ma anche a tutelare la loro sicurezza e di quella di tutta la comunità che si trova indirettamente coinvolta. In ques'ottica che voto daresti a questa prima edizione?
- All’organizzazione ed agli organizzatori darei un bel 8, non per presunzione, ma per premiare il grande impegno che ha portato ad un risultato molto positivo.
Non avendo mai organizzato eventi sportivi ma venendo dal mondo dello sport, nello specifico insegno danza ed ho una laurea in scienze motorie, ho una chiara cognizione di quali sono i miei limiti, che ho cercato di superare attraverso la collaborazione con persone con le giuste competenze, scelta che si è rivelata vincente.
Mi ritengo una persona competitiva ed esigente sopratutto con me se stessa, per questo motivo i ‘due punti’ mancanti per raggiungere il massimo dei voti, dovranno servire da stimolo per migliorarsi e migliorare l’organizzazione della manifestazione. Per esempio un punto da migliorare sarà sicuramente quello relativo alla viabilità: ci sono state diverse lamentele di cittadini ed io vorrei cercare di capire come, nella consapevolezza di non poter accontentare tutti, poter andare incontro alle loro esigenze.
l'interesse che l’evento ha ricreato è stato importante, in poco tempo avete raggiunto il massimo delle iscrizioni disponibili. Amministrazione, associazioni, volontari e cittadini hanno partecipato attivamente affinché tutto andasse per il meglio. Che riscontro avete avuto da parte dei partecipanti e pensate di poter ampliare il numero dei partecipanti nella prossima edizione?
- “Abbiamo avuto un bellissimo riscontro ed un sincero apprezzamento da parte di tutti gli atleti, che nella maggior parte dei casi sono venuti personalmente a darmi la loro opinione, cosa che mi ha fatto particolarmente piacere perché l’avevo chiesto sia tramite social che attraverso contatto diretto. La volontà di estendere ad un numero maggiore di partecipanti é una delle cose che punteremo sicuramente; nella prima edizione abbiamo preferito puntare sulla sicurezza e sulla qualità dell’evento, anche a causa delle restrizioni sanitarie ancora vigenti”.
Se potessi sfogliare l’album dei ricordi dei mesi trascorsi che hanno preceduto la partenza della gara attraverso la quale hai onorato la figura sportiva di tuo padre, che ricordi e quali emozioni ci ritroveresti?
- “E’ stato un anno difficile, dalla scomparsa di Piero alla decisione di mettere in calendario la gara fino allo ‘start’ dell’evento. Un anno fatto di momenti molto faticosi e difficili, un susseguirsi di emozioni anche negative dovute al fatto di ritrovarmi spesso di fronte a cose o momenti che me lo ricordavano.
Poi finalmente è giunto il giorno della gara ed ho trovato un senso di serenità che mi ha fatto capire che avevo preso la strada giusta per portare con me e per sempre il suo ricordo nel modo migliore.
Vedere e sentire il successo e la soddisfazione attraverso i partecipanti e lo sport praticato e tanto amato da mio padre, mi ha regalato una serenità ed una gioia che non provavo da tanto, troppo tempo”.
Una prima edizione che ha soddisfatto tutti, che ha anche suggerito dei miglioramenti, ma sopratutto che ha segnato la strada da seguire attraverso i valori dello sport e nel ricordo di chi l’ha sempre vissuto e condiviso con passione e rispetto.
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