Subbuteo: quando Gaetano Ciraolo (campione italiano Cadetti Cat. Old) dribblava Vialli sul campo di Subbuteo

Subbuteo
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Difficile, ma non impossibile, definire il gioco del Subbuteo uno sport, ma è sicuramente quel gioco che più gli si avvicina.
Non a caso il Subbuteo viene definito il ‘calcio in miniatura’.

Stiamo parlando di un gioco nato in Inghilterra nella fine degli anni ‘40 e che sbarcato in Italia negli anni ‘70, ha riscosso un grandissimo successo. In quel periodo tantissimi giovani, adolescenti e ragazzi, si appassionarono a quel gioco, che rinchiuso in una piccola scatola, gli si parava dinanzi facendoli sentire allenatori e giocatori al medesimo tempo. Dalle sfide tra amici nelle cantine o nei garage di casa, alla formazione dei primi club, il passo è stato breve. La continua diffusione del Subbuteo ha portato alla formazione di decine di club in tutta Italia; poi a livello organizzativo si è arrivati alla nascita di una federazione (attualmente FISCT), che dà modo agli iscritti di partecipare ai campionati nazionali individuali ed a squadre, per diverse categorie.

Gaetano Ciraolo ed alcuni amici cremonesi, negli anni della massima espansione di questo gioco, hanno scritto e costudiscono un pezzo di storia ed hanno gettato le basi per tramandare attraverso la passione, una tradizione che resta ancora viva ed attiva grazie al Subbuteo Club Stradivari. Vive a Paderno Ponchielli e svolge la professione di giornalista a Brescia (con lo pseudonimo Ciro Corradini), di partite e di tornei alle spalle ne ha sicuramente parecchi, e lo scorso giugno a Reggio Emilia si è laureato Campione Cadetti ai Campionati Italiani di Subbuteo categoria ‘Old’. 

Lo ha fatto con i colori del club Subbuteisti Modena, dopo aver giocato nel suo garage con un certo Gianluca Vialli, ed aver vestito a lungo la maglia del Subbuteo Club Stradivari di Cremona.

Un risultato di prestigio, che mi da l’occasione di intervistarlo, per sfogliare qualche pagina di storia del Subbuteo cremonese.

D-innanzitutto complimenti, quello di cui ti sei fregiato è un titolo importante. Che torneo è stato e che emozioni ti ha regalato?
R- “Erano presenti i migliori giocatori italiani quindi il livello tecnico era altissimo. Non avevo giocato bene nel girone di qualificazione poi però sono riuscito a trovare misura e convinzione. In finale mi sono trovato sotto per 1 a 0 contro un avversario esperto e coriaceo ma, con un pizzico di fortuna, sono riuscito a capovolgere il risultato e vincere segnando tra l'altro un gol bellissimo (2-1). In quel momento ho ripensato a quando nel mio garage in via Ciria a Cremona ci si ritrovava per interminabili sfide. Un po' mi sono commosso forse e soprattutto perché quei giorni non torneranno più”.

D-Che differenza c’è tra giocare a ‘Subbuteo Old’ (tradizionale) ed alla versione più evoluta del ‘calcio tavolo’?
R- Le squadre che si usano nell'Old e nel calcio tavolo sono diverse. Poi cambiano alcune regole. La più importante è relativa al cosi detto “back al volo” che nell'Old fa perdere la difensiva mentre nel Calcio Tavolo ciò non avviene. Diciamo poi che il “gap” tra i giocatori più forti e gli altri nell'Old si riduce. L'Old guarda alle origini del Subbuteo, ma va detto che le squadre con cui giocavamo 40 anni fa sono molto diverse da quelle che si usano oggi. Per questo i “puristi” storcono la bocca e non hanno tutti i torti”.


D-La tua passione per il Subbuteo è andata di pari passo con quella del giornalismo. In una trasmissione televisiva il noto telecronista Fabio Caressa, parlando di Subbuteo, ha ammesso che le sue prime cronache le ha fatte sui campi di cotone verde. Condividi questa esperienza?
R-In realtà ho iniziato a fare telecronache giocando con le figurine Panini sul pavimento di casa mia. Poi è arrivato il Subbuteo ed altre telecronache immaginarie...Certo che allora non avrei mai pensato di diventare un telecronista ed un giornalista. Ho fatto circa 2000 telecronache e radiocronache del Brescia raccontandolo da tutti gli stadi d'Italia. Ma ci tengo a ricordare che iniziai facendo le radiocronache della Cremonese per Cr Caporadio negli anni '70. Allora giocavano Chigioni, Cesini, Frediani, Muggianesi.... Una curiosità? Ebbi l'onore di sostituire l'amico Ratti a Radio Cremona per la prima storica radiocronaca da “Marassi”, nel settembre del 1984, di Sampdoria-Cremonese nel campionato che segnò il ritorno in serie A dei griogiorossi!”.


D-dove e quando nasce la tua passione per questo gioco e con chi lo hai condiviso?
R-Negli anni '70 il Subbuteo era un po' come oggi la playstation. Ci giocavano tutti ! Con Paolo Monfredini, Carlo Ardenghi, Massimo Ansoldi, Moreno Bini e Massimo Scaffidi costituimmo il primo club ed iniziammo a fare i primi tornei. Monfredini e Ardenghi erano due “fuoriclasse”. Vinsero i regionali nelle rispettive categorie e parteciparono alle prime edizioni dei campionati italiani che allora si disputavano a Genova che di fatto era la capitale del Subbuteo. Il Club contava almeno una trentina di iscritti, ma tutti in quegli anni giocavano”.

D-Cristo Re è una tappa importante per la storia del Subbuteo cremonese. Raccontaci qualche aneddoto.
R-Cristo Re era il centro del Mondo: Don Angelo Scaglioni un gigante. Il Torneo di calcio, il minibasket, un oratorio che era d'esempio per tutta Cremona. Poi c'era il mio garage, la mia cantina. Ci sono passati tutti, anche chi oggi copre ruoli di primo piano delle vita sociale, culturale e sportiva cremonese. Da Vittorio Principe a Cesare De Lorenzi da Massimo Ansoldi a Matteo Bonetti fino a Gianluca Vialli.... Gianluca a Subbuteo era una.... “chiavica”. Su quel tavolo verde ero io a dribblarlo. Quella cantina, stretta e umida, era un punto di ritrovo per tutto il quartiere”.


D-giocare a Subbuteo è un po’ come giocare a calcio: si cerca di affinare la tecnica e la tattica cercando di rendere il più efficace e meno prevedibile possibile il proprio gioco. Quanto è importante l’allenamento per eccellere?
R-“Come in tutte le attività ludiche e sportive c'è chi ha talento ed eccelle a prescindere. Ma l'allenamento è fondamentale”.

D-Perché questo gioco ‘in scatola’, a differenza di molti altri che sono stati ‘fagocitati’ dei PC e delle PlayStation, mantiene un fascino inalterato nel tempo ed un pubblico così vasto?
R-“Bisogna dire che la concorrenza dei computer e delle consolle è fortissima. Ma il Subbuteo o talcio Tavolo ha un fascino unico. Certo l'età media dei giocatori è un po' alta e il ricambio generazionale complicato. I Club, un centinaio in tutta Italia, di solito sono composti da persone che vogliono solo giocare e non hanno tempo per promuovere a livello giovanile questo gioco-sport. Da questo punto di vista il club di Cremona, lo Stradivari, è ammirevole per ciò che fa e per l'impegno che profonde nel cercare di far conoscere il Subbuteo ai più giovani”.

D-C’è qualche personaggio che negli anni ti ha colpito per le doti tattiche o tecniche?
R-“Per la mia generazione il “mito” era Beverini, il primo grande campione di Subbuteo. Quando organizzammo un Torneo a Cremona e lui, che viveva Genova, si iscrisse per noi fu come se ad un Torneo notturno si presentasse il Real Madrid. Era un fenomeno e vinse Mondiali a raffica. Scrisse pure un libro – in realtà illeggibile – dove spiegava le tecniche di gioco ed i suoi “segreti”. Oggi lo si trova su Ebay ed è oggetto da collezione. Quando lo vedemmo entrare al Circolo Signorini dove si svolgeva il nostro Torneo qualcuno si sentì mancare per l'emozione! Vinse a mani basse, ovviamente”.

D-tanti adulti, ma anche tanti giovani (anche ragazze) si appassionano a questo gioco. Perché un ragazzo/a dovrebbe iniziare a giocare a Subbuteo?
R-“Perché è un gioco per il quale servono capacità tecniche e tattiche. Perché tenere tra le mani Baggio, Messi o Ronaldo in formato ridotto ti dà emozioni uniche, perché segnare un gol a Subbuteo è come segnarlo in un vero campo da calcio, perché si può socializzare e viaggiare per partecipare ai tanti tornei che si svolgono in tutta Italia ma anche in Europa, perché ha costi contenuti, perché....è bello giocare a Subbuteo o Calcio Tavolo! “.

D-in definitiva il Subbuteo, è la conferma che non è mai troppo tardi per tornare giovani per divertirsi giocando.
R-“Io ho smesso per più di vent'anni per ragioni lavorative. Poi ho ripreso grazie allo Stradivari ed oggi gioco per i Subbuteisti Modena. Il calcio in miniatura ti entra nel sangue e non esce più. Poi sai che invecchiando si ridiventa bambini”.

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