Ore 6 squilla la sveglia, per un attimo penso a chi me lo fa fare ad alzarmi a quest'ora, poi mi ricordo dell'appuntamento in piazza Duomo con Luca e Federico e mi precipito giu' dal letto.  

Ore 6.30 arrivo all'ingresso del Torrazzo, cerco i protagonisti di questa giornata, niente stampa ne televisioni, anche se resta il dubbio se non possa essere inserita nell'albo dei Guinness dei primati. Luca sta montando lo speaker ed il microfono, Federico mi saluta sorridente con l'aria di chi non si rende bene conto a cosa andra' incontro, ma e' felice perche' sa' con chi gli andra' incontro. I volontari della associazione "Accendi il Buio" hanno gia' montato il gazebo e stanno allestendo il tavolo con le magliette da vendere per beneficenza.

Ore 7 passate, arrivano gli stendardi da srotolare dalla balaustra della Bertazzola: 82328 gradini, 8200 mt di dislivello, faccio una breve video intervista in cui spiegano il perché di questa sfida e chiedono la partecipazione di tutti coloro che vorranno aiutarli impresa sportiva e solidale.

Ore 7.23 Luca e Federico partono, o meglio partiamo, perche' l'entusiasmo e' contagioso e cosi' i presenti non possono evitare di accettare il tacito invito "saliamo insieme": ci volevano due pazzi a farmi ricordare che non salivo sul Torrazzo da una vita, quale migliore occasione di rifarlo. Piu' che una salita potrebbe essere un "warm up" per scaldare le suole ed i muscoli, in cima foto di rito ed e' con la successiva discesa che si comincia a fare sul serio. Il gazebo, anche se in una posizione un po' infelice, comincia ad affollarsi, amici, conoscenti e semplici curiosi si fermano, chiedono, si complimentano, incoraggiano e loro regalano sempre un "grazie", un sorriso.

In tarda mattinata si comincia a sentire il caldo, a turno si aggregano alla salita amici che giungono in canotta e pantaloncini, quasi a voler condividere la fatica e non lasciarli soli, anche se proprio soli non sono, visto che i visitatori cominciano a salire in visita al campanile. Arriva una bella e brava amica, una ragazza che fa dell'intrattenimento il suo lavoro e che a Cremona e' molto conosciuta, una visita gradita per i provati scalatori e per i presenti.

Ore 14.30 ripasso a vedere a che punto sono e si nota già un certo ritardo sulla tabella di marcia, breve resoconto per la spunta n 41. Il gazebo ora e' libero dal mercato del mattino ed si anima grazie anche ad una speaker improvvisata, ma anche utile e provvidenziale, una mamma dei ragazzi che Luca e Federico vogliono aiutare.

Ore 16.00 tornato a casa, passo a prendere mio figlio, oltre che una maglietta ed una canotta e poi raggiungo piazza Duomo dove ci aggreghiamo ad un gruppetto di cui fanno parte semplici amici che come me faranno poche salite e qualche altro che ha le gambe buone per tenere duro. Nella salita sembriamo dei pazzi gentili: "scusi","grazie","permesso", ed i visitatori si spostano, qualcuno non capisce o semplicemente non apprezza, ma noi non ci fermiamo, non c'e tempo. Ad ogni discesa applausi, incitamenti, chiunque puo' essere protagonista basta esserci per condividere questo viaggio anche per poco. Alla fine mio figlio mi ringrazia ed io ringrazio lui e  Luca, penso che quando vedrà il Torrazzo gli tornerà in mente questa giornata insieme.

Ore 19 comincia a rinfrescarsi l'aria, gli amici si danno il cambio, gli applausi e gli incoraggiamenti non mancano mai.

Ore 22 il Torrazzo illuminato questa sera è ancora più bello e sembra che anche lui li incoraggi e li spinga verso il traguardo, la fatica si vede sui volti, dai movimenti legnosi delle gambe, meno sorrisi, ma l'obbiettivo si avvicina.

Ore 23 ci siamo quasi, la gente e' tanta ed ogni volta che Luca e Federico riappaiono dalla pancia del Torrazzo parte un applauso di incoraggiamento sempre piu' forte, ora il tempo sembra passare piu' lentamente. Un ragazzo vorrebbe salire insieme a loro, ma e' evidente che da solo non riuscirebbe, Luca lo prende per mano salgono insieme.

Ore 23.23 eccoli riapparire per l'ultima volta e mettere l'ultimo sigillo, il n' 82. Applausi,  complimenti, festeggiamenti e sorrisi, che non leniscono il dolore o scansano la fatica, ma fanno aprire il cuore di questi due giganti buoni. Si siedono sui gradoni del Duomo si passano il microfono ringraziano e si commuovono e non solo loro.

Ho cercato di raccontare goffamente  una bella impresa, non ho fatto nomi a parte di quelli dei protagonisti, per non fare torto a nessuno,  ma quello che resta piu' di tutto ai tanti che sono intervenuti, e' una grande emozione che chi ha partecipato ha condiviso, ha visto la grande amicizia che lega Luca e Federico ed un grande unico cuore che li ha spinti verso una grande impresa sportiva e di solidarietà.

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